I nostri diritti.
Dalla negazione all’acquisizione dei diritti per le donne afghane.
Il progetto, in linea con la strategia dell’Unione Europea per la Gioventù (2019-2027), vuole incentivare la partecipazione dei giovani alla vita democratica e promuovere la conoscenza dei valori della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
I diritti sono come l’aria, indispensabili alla vita, non siamo abituati a pensare all’ossigeno come ad un bene prezioso, semplicemente perché siamo abituati ad averlo rischiamo di non dedicargli la giusta attenzione e protezione. Se è vero che si capisce il valore di qualcosa quando la si è persa, le donne afghane ci sono sembrate le interpreti più adatte ad aprire una narrativa realistica e non retorica su un tema così complesso. Abbiamo scelto di dare voce all’esperienza diretta di chi ha sperimentato la perdita totale di tutti i diritti fondamentali per poter risvegliare la coscienza collettiva, per ricordare quanto abbiamo lottato per arrivare alla stesura della Carta che li raccoglie e quanto sia importante custodirli e rimanere vigili.
Il progetto si è articolato in più fasi: abbiamo coinvolto un gruppo di rifugiate afghane arrivate da tutta Italia, con storie di vita, età ed esperienze molto diverse. Ragazze e donne che avevano lottato per conquistare l’indipendenza, per studiare e per raggiungere posti di rilievo, che da cittadine attive si sono ritrovate apolidi. Durante una serie di Workshop sulla Carta dei diritti, fatti di ascolto, scambio e di confronto creativo, le partecipanti hanno scelto il diritto che maggiormente le rappresentava.
Dopo il momento di riappropriazione è seguito quello della restituzione. Attraverso una serie di video interviste e ritratti fotografici, poi confluiti in una mostra, abbiamo ridato voce e volto alle donne afghane. Non più come vittime ma come testimoni.
Grazie alla collaborazione con Zona, le interviste del docufilm sono state realizzate da Emanuela Zuccalà, unendo aspetto giornalistico e storytelling. Simona Ghizzoni, ha realizzato lo shooting fotografico lasciando alle ‘modelle’ piena libertà su come porsi davanti all’obiettivo.
Il progetto “Faghan, figlie dell’Afghanistan”, esposto al pubblico e proiettato in vari festival e nelle scuole, ha raggiunto un’ampia parte di società civile di diverse provenienze ed età. Una prospettiva diversa e inedita per valorizzare i diritti attraverso la complessità delle esperienze delle donne afghane.
Come corollario finale una serie di Webinar, dedicati alle scuole superiori, aprono un dialogo interattivo tra gli studenti di diversi orientamenti, i docenti, le rifugiate afghane, giornalisti e rappresentanti del terzo Settore. Motore propulsivo di una nuova consapevolezza: l’importanza dei diritti e della loro tutela è un bene comune, riguarda tutti, sempre e ovunque.
DONATORI: Progetto finanziato da ActionAid International Italia E.T.S e Fondazione Realizza il Cambiamento nell’ambito del progetto “The CARE – Civil Actors for Rights and Empowerment” cofinanziato dall’Unione Europea.