Il lungo viaggio di Aima prima di spiccare il volo
Figlia, madre e sorella allo stesso tempo. Determinata e fragile. Creativa e riflessiva. Il colloquio con Aima è davvero intenso, come i suoi occhi neri. Con la sua voce profonda racconta le tante avversità affrontate e superate, che la fanno già sembrare una donna, rinata più volte. In realtà Aima, pakistana di nascita, in Italia da anni, è anche una liceale di 17 anni, con i dubbi e timori della sua età, risorse nascoste che ha scoperto di avere per metterle in pratica e una vita davanti tutta da conquistare.
Nell’ambito del progetto “Futuro Presente”, Nove Caring Humans ha contribuito al benessere della ragazza e alla sua riabilitazione con un corso di nuoto in piscina. Per Aima è stato molto di più di un’attività sportiva, rivelandosi una vera e propria opportunità di riscatto e di crescita personale. E’ nato come un passaggio obbligato per rinforzare i muscoli dopo un intervento al ginocchio. “All’inizio ero molto preoccupata, non pensavo di farcela. Avevo molta paura dell’acqua profonda e da piccola non ero mai riuscita ad imparare a nuotare, non mi piaceva proprio. Ho scoperto, invece, che amo nuotare, mi fa sentire molto libera”, ci racconta Aima, considerata l’antisportiva della famiglia di due sorelle e un fratello, più piccoli di lei. A scuola la pratica dell’attività motoria le mette molta ansia, motivo per cui ha sempre avuto l’esonero con tanto di certificato medico. Quando ha capito, però, che il nuoto sarebbe stata l’unica via percorribile, Aima ha preso la situazione in mano, ha trovato lei stessa una piscina vicina all’Housing Sociale che la ospita con la famiglia, percorrendo a piedi il tragitto di 15 minuti per andare a seguire le lezioni della bravissima istruttrice, Alessia. “Aima si è messa in gioco, capendo bene la necessità di superare le sue paure per risolvere dolori muscolari e ossei conseguenti all’operazione al ginocchio. Sono così emerse le sue potenzialità nascoste, in questo percorso di empowerment unito a quello di recupero della salute fisica. Ne è uscita davvero rafforzata e questa prova superata rappresenta per lei un motore per raggiungere altri traguardi”. A parlare è Diana De Venz, l’operatrice dell’Housing Sociale gestito dal Melograno Cooperativa sociale (Milano) che l’8 dicembre del 2022, in situazione di emergenza, ha accolto Aima, la mamma, le sorelline e il fratellino, reduci da una dolorosa e devastante esperienza familiare.
“Aima era molto spaventata dal rapporto diretto con l’acqua. Le sue esigenze di indossare un costume intero, di avere le gambe e la testa coperte sono state accolte dalla piscina senza alcuna resistenza ne giudizio, facendola sentire rispettata. In acqua ha iniziato a sentirsi a suo agio. Conoscendola, un giorno arriverà anche al tuffo”, dice Diana, fermamente convinta delle infinite potenzialità della ragazza. Dopo un anno e mezzo di permanenza all’Housing Sociale, Aima dice di “sentirsi a casa, molto protetta, dopo tutto il disagio provato in passato e all’inizio. Mi hanno dato la forza di rialzarmi”. I sui principali punti di riferimento sono Diana, che “l’accompagna verso la propria autonomia e con la quale ad oggi si sente libera di esprimersi, chiedere e discutere percependola di sostegno sia nei traguardi raggiunti che nei momenti di sconforto”. Aima, oltre che con Diana, interagisce con il resto dell’equipe del servizio Housing; con Sara, la coordinatrice di progetto, ha affrontato un percorso di ri-orientamento scolastico: momento chiave e di svolta nello scegliere il giusto indirizzo scolastico comprendendo e valorizzando i veri interessi della ragazza.
Anche con gli studi, Aima ha fatto un salto di qualità fondamentale: si è lasciata alle spalle il liceo scientifico, che non le piaceva affatto, per passare all’indirizzo sociosanitario, lei affascinata in primis alla psicologia per capire come funzionano le persone e dalle altre scienze sociali dove si dimostra sempre più interessata alle professioni legate alla cura della persona, che potrebbero essere uno sbocco futuro. Con i docenti si trova molto bene e la sostengono, mentre con alcuni compagni i rapporti sono piuttosto complessi. Per le avversità vissute in famiglia, Aima è cresciuta molto in fretta rispetto ai suoi coetanei, quindi per lei non è facile lasciarsi andare, e ora sta gradualmente recuperando la spensieratezza adolescenziale. E’ stata bravissima nell’affrontare il nuovo orientamento didattico. Una sua costante è la determinazione, che non è scontata. In un mese e mezzo Aima è riuscita a tirare su tutti i voti, al ritmo intenso di tre verifiche al giorno.
Un altro supporto cruciale è stato sicuramente il percorso psicologico che segue dallo scorso marzo, con un incontro ogni due settimane. “Mi tolgo un peso ogni volta che vado dalla psicologa e mi sento un po’ meglio”, riconosce Aima con estrema capacità analitica. Per lei è importante riuscire a esprimere agli altri quello che prova, le sue emozioni. “Parla con tutti, sa trovare la frase giusta. Sa stare con i grandi e i piccoli, invece ha qualche difficoltà con i suoi coetanei”, analizza Diana, sottolineando il carattere tendenzialmente forte della ragazza e il suo spiccato senso della responsabilità nella gestione del quotidiano.
In merito al suo vissuto e all’impatto sulla sua personalità, Aima confida di essersi “sentita male per quello che ha subito in famiglia, che ha generato paura in lei”, forse anche per questo è molto reattiva e dice di arrabbiarsi facilmente. Ad averle dato la forza di reagire è stata “l’istruzione, che mi fornisce gli strumenti per alzare la voce per i miei diritti”, oltre al pensiero “che mi ha dato coraggio, delle altre donne che come me, devono affrontare continue sfide e difficoltà”. Per sua madre, Maria, Aima è stata ed è una colonna portante, avendola aiutata a reagire ai soprusi dell’ex marito e a costruirsi un futuro diverso. “Sono sempre a fianco di mia mamma, per motivarla. Ha finalmente imboccato la strada dell’indipendenza ed è molto importante che continui a percorrerla. Abbiamo un bel rapporto, parliamo di tutto”, racconta ancora Aima, contenta di vedere la madre più serena e autonoma. Oltre ad essere una sorella maggiore responsabile, Aima è anche una figura di riferimento, un po’ una seconda mamma, per le due sorelle di 9 e 11 anni, e il fratellino di soli 4 anni, con i quali scherza, sistema la camera, oltre a preparare i pasti e seguire i loro compiti.
Nel quotidiano di Aima, l’arte e la creatività sono fattori di crescita e terapeutici fondamentali. Dipinge paesaggi, animali, motivi astratti molto colorati, oltre a creare gioielli con perline, persino con la resina e la cera. “Mi piace regalare i gioielli che creo così come amo cucinare e condividere i dolci e piatti tipici pakistani che preparo”, dice Aima con entusiasmo. La passione per la cucina l’ha ereditata da mamma Maria, che aiuta ai fornelli e che le tramanda le ricette tipiche pakistane.
Visto che ad Aima piace sperimentare ed è molto curiosa, non esita a mixare diversi ingredienti per inventare anche prodotti di bellezza ‘home made’, come l’impacco per rendere i suoi lunghi capelli ancora più lisci e lucidi, unendo cipolla, olio d’oliva e di ricino, cocco, da lasciare in posa per un’ora.
Un’altra sua caratteristica – che è anche un punto di forza – è l’essere riuscita ad integrare la cultura pakistana a quella italiana. “Mi piace questo mix, è bello. Per me le due culture hanno lo stesso valore”, sottolinea Aima, che predilige l’ascolto di musiche Bollywood e di cantanti di lingua inglese.
La mamma mantiene vive le tradizioni con i figli, come le principali feste musulmane, le tradizioni, gli abiti, i piatti. Ma per loro è un motivo di orgoglio e arricchimento mixare la propria cultura a quella nuova, adattarla alla realtà in cui vivono. A volte Aima porta a scuola pietanze dolce e salate da fare assaggiare a docenti e compagni che ne sono entusiasti. Alla Festa dei Popoli di Pieve Emmanuele, madre e figlia hanno fatto conoscere gli usi e costumi del Pakistan, tracciando disegni con l’hennè ai curiosi che hanno voluto provare.
Sin dal loro arrivo all’Housing Sociale, è stato proprio il cibo, la cultura, ad aver fatto da ponte con la comunità ospitante e in particolare con Diana, diventata il punto di riferimento di tutta la famiglia. “Ricordo perfettamente il nostro primo incontro. Aima scende per prima dal pulmino, e poi Maria, molto affaticata, che non riesce nemmeno a dire grazie, e tre bambini di cui il più piccolo parlava solo in Urdu. Erano tutti timorosi e avevano fame di cibo pakistano. Per accoglierli al meglio abbiamo pensato di ordinare un mattarello di legno e della farina integrale così da potersi preparare il loro pane, il Roti. Piano piano abbiamo costruito un rapporto che non fosse più emergenziale, trasformandosi in supporto, per arrivare a un’autonomia sempre maggiore nell’utilizzo dei trasporti pubblici, nelle visite sanitarie, nei colloqui a scuola, alla mensa, per consentirle di andare avanti da sole”, racconta con voce pacata l’operatrice. Diana ha dato ad Aima tutto il suo supporto, ma anche piena fiducia, aiutandola ad aprirsi sempre di più e a fidarsi delle persone che le vogliono bene. Così la ragazza, sempre molto determinata e con le idee chiare, sta imparando ad ascoltare i consigli degli adulti.
“L’intenso scambio culturale attraverso le ricette, la musica, i film e le tradizioni è stato il punto di partenza per costruire insieme al nucleo un rapporto di fiducia, mettendo al centro la persona e le proprie potenzialità, mantenendo salde le proprie origini e valori.
Il rispetto del proprio bagaglio culturale è sempre avvenuto in ottica di scambio unito al riconoscimento del proprio valore umano, riflessivo ed emotivo in una relazione per un progetto di vita il più possibile condiviso; senza gerarchie ma affianco di desideri, bisogni e obiettivi di vita da costruire e voler raggiungere il prima possibile in autonomia.
La grande sfida attuale del nucleo è la ricerca di una soluzione abitativa sostenibile che possa permettere a tutti di proseguire con il benessere e l’autonomia raggiunti comprendendo i desideri futuri“, conclude Diana.
Stupenda storia che apre le porte alla vera integrazione che pochissimi, purtroppo, sanno costruire.
Aima ha trovato sul suo cammino Diana una donna straordinaria di carattere forte e di infinita cultura sociale.
Non è da tutti trovare negli housing figure simili a Diana.
Certamente Aima è una persona di grande forza di volontà e di grande intelligenza che ha profondamente capito che solo l integrazione tra i popoli rende veramente liberi.
E la libertà è il sale della vita, in qualunque cultura ci si trovi a nascere.
Una storia commovente e molto vera nella sua intrinseca verità.
Perché la verità di questa ragazza di fronte a chi la circonda è palpabile: lei vuole essere con tutti e tra tutti in una unica vita di gioia e di spensieratezza.
Diana stai facendo un capolavoro, forse lo hai già fatto.
Per me è un onore esserti amico.