La forza di una madre. Storia di Tarana
Tarana è cresciuta e andata a scuola in Iran, rientrata con la famiglia in Afghanistan, viene data in sposa e dà alla luce due bambini, il più piccolo con una paralisi cerebrale e altre importanti complicazioni. Le difficoltà scaturite da queste gravi patologie sono state la scintilla che ha fatto esplodere un’unione già critica.
Tarana dopo il divorzio ha dovuto affrontare immense difficoltà per portare avanti la famiglia con le sue forze. “Mi sono ritrovata completamente sola – la mia stessa famiglia mi ha negato il suo supporto”.
Trovare una casa era quasi impossibile, nessuno era disposto a fidarsi, una donna sola con due figli non dava sufficienti garanzie.
“Dovevo lavorare, soprattutto per il mio bambino più piccolo che, oltre ad essere disabile, ha il cancro. Il mio ex marito, oltre a non aiutarmi, mi ha chiesto anche dei soldi per donare il sangue a nostro figlio. Dovevo pagare la scuola dell’altro figlio e una donna che stesse con il piccolo quando ero fuori, le spese erano enormi.”
Grazie ai corsi di guida per sole donne di NOVE Tarana ha preso la patente, è diventata autista del Pink Shuttle ed ha potuto conquistare la sua indipendenza. “Era la prima volta che in Afghanistan si vedeva
una donna alla guida di un minivan per il trasporto pubblico. È stata un’esperienza bellissima, davo la possibilità alle donne di muoversi autonomamente, senza pericoli e potevo aiutare quelle mamme che,
come me, vivevano una situazione difficile. Le donne ci fermavano spesso per strada per ringraziarci, eravamo molto fiere di noi stesse”.
Alcuni uomini non apprezzavano tanta libertà, molti altri erano felici dell’iniziativa. “Mi ricordo di un agente della polizia stradale che ci ha incentivate a continuare, con noi donne alla guida gli uomini si sentivano più sicuri per le loro mogli e figlie. Parole come le sue ci hanno dato la forza di andare avanti”.
La vita era tornata ad essere rosea finché un giorno sono tornati i talebani.
“NOVE ci ha guidati nell’evacuazione. Siamo arrivati in migliaia all’aeroporto, i militari americani ci hanno gettato addosso l’acqua fredda, poi i lacrimogeni. Uno è esploso accanto alla gamba di mio figlio ustionandolo. – Dopo due giorni di apocalisse, senza né acqua né cibo, gli italiani ci hanno trovati.”
Arrivata in Italia Tarana è stata accolta nel progetto Oltre l’Accoglienza, suo figlio è seguito in un ospedale pediatrico e grazie al sostegno psicologico si stanno lasciando alle spalle il trauma dell’evacuazione.
“Qui in Italia mi sento finalmente libera di essere me stessa. Spero di essere presto in grado di lavorare, trovare una casa ed occuparmi della mia famiglia senza più bisogno di ricevere aiuti. Sono pronta a
ricominciare.”
NOVE è a fianco di Tarana dal 2019.