Laila ha 25 anni, vive a Kabul e ha iniziato a lavorare dopo aver frequentato i corsi di formazione professionale di NOVE in sviluppo aziendale.
6 mesi fa, ha avviato un negozio online di prodotti cosmetici e di bellezza per donne. Vende prodotti sia afghani che stranieri ed è anche una grossista che fornisce prodotti di bellezza a alcuni negozi nei mercati di Kabul (…)
Un nuovo inizio. Storia di Nisar
Nisar ha dodici anni e da ormai un anno e mezzo vive nell’orfanotrofio di Kapisa . Suo padre è morto 9 anni fa, 2 anni fa, a causa di una grave malattia, ha perso anche la mamma. La sorella maggiore, di 20 anni, si è sposata e si è trasferita in Iran. Alla morte della mamma, Nisar e sua sorella Behista di 13 anni, si sono trasferiti dallo zio, l’unico parente rimasto (…)
Read More >>Mi sembrava che una lama mi avesse trafitto l’anima. Storia di Nabila.
Avevo un lavoro non molto remunerativo, mia suocera e mio marito riuscivano a fare dei lavori saltuari, unendo i proventi riuscivamo ad andare avanti. Dopo l’arrivo dei talebani la crisi è diventata sempre più grave, i prezzi sono diventati sempre più alti e il lavoro è iniziato a mancare. Io ho perso il mio impiego e i lavori, sempre più saltuari, non bastavano a mantenerci (…)
Read More >>Una vita lontana da preoccupazioni e povertà. Storia di Rustam
Rustam ha 9 anni e un fratello più piccolo, Omer, di 7 anni. Fino ad agosto 2021, entrambi vivevano con la madre e il padre. Dopo l’instaurazione del regime talebano, però, il padre ha sviluppato una tossicodipendenza, ha abbandonato la sua famiglia e non è più tornato a casa. Ancora oggi non sanno dove si trovi e se sia ancora vivo (…)
Read More >>Storia della Discriminazione positiva
Vivo in Afghanistan dal 1990 e mi occupo di persone rese disabili direttamente dalla guerra -come le vittime delle mine anti-uomo-, o con problemi motori dovuti a malattie, incidenti, cause congenite. Il lavoro consiste nella riabilitazione fisica (fisioterapia, protesi, carrozzine), e nell’inclusione sociale (attraverso la scuola, corsi professionali, micro-prestiti, impiego e sport) per reinserire la persona disabile nella società con un ruolo dignitoso. È l’obiettivo finale e il più difficile.
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