Un nuovo inizio

Storia di Nisar

Nisar ha dodici anni e da ormai un anno e mezzo vive nell’orfanotrofio di Kapisa . Suo padre è morto 9 anni fa. Poi,  2 anni fa, a causa di una grave malattia, ha perso anche la mamma. La sorella maggiore, di 20 anni, si è sposata e si è trasferita in Iran.

Alla morte della mamma, Nisar e sua sorella Behista di 13 anni, si sono trasferiti dallo zio, l’unico parente rimasto.

Lo zio di Nisar si guadagna da vivere vendendo verdure per strada con l’aiuto di un carretto, che trascina da un quartiere all’altro. Guadagna in media un euro al giorno, che non è sufficiente neanche a comprare da mangiare per la sua famiglia.

Poichè le sue finanze non gli avrebbero mai potuto permettere di far sopravvivere sia Behista che Nisar, è stato costretto a mandare Nisar in orfanotrofio.

Mi mancano davvero mio padre e mia madre, e vorrei tanto poter vivere con mia sorella Behista, ma la situazione economica non ce lo permette.

 

Per colpa delle restrizioni che impediscono alle ragazze di uscire di casa, Behista non può mai venire a trovarmi, ed è anche molto difficile per mio zio trovare i soldi per poter prendere l’autobus e venire con lei all’orfanotrofio per farmi visita.

 

Questa situazione mi rende tanto triste. Mi manca tanto anche Mastora, non riesco a parlarci quasi mai al telefono e non la posso vedere, non può tornare in Afghanistan“.

Il suo volto, però, si rilassa e sorride, quando racconta della sua nuova vita in orfanotrofio:

Quando mio zio mi ha iscritto all’orfanotrofio ero nervoso e preoccupato: avevo appena perso mia madre e mi faceva paura l’idea di lasciare la mia famiglia e andare in un posto da solo, senza amici, conoscenti. Adesso però sono felice, mi sono fatto tanti amici e non sento più la preoccupazione che c’era a casa di non avere mai abbastanza da mangiare o di non poter andare a scuola perché dovevo aiutare lo zio a lavoro.

 

Spero davvero di poter rimanere qui all’orfanotrofio per molti altri anni, così da poter continuare a studiare.

 

Quello che sogno nella vita è trovarmi un bel lavoro con cui poter mantenere la mia famiglia e finalmente tornare a vivere con loro. Vorrei diventare un dottore da grande, per poter aiutare la gente che soffre”.

Nisar fa parte del progetto Bambini invisibili. Da marzo 2022 NOVE garantisce pasti quotidiani, riscaldamento, beni di prima necessità e materiale scolastico ai 50 minori ospitati nell’orfanotrofio pubblico di Kapisa, in base a un accordo ufficiale con il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali dell’Emirato talebano. Il nostro staff monitora settimanalmente  le condizioni di tutti i minori e verifica che i beni donati siano ricevuti per intero da loro.

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