Anche se le insegnanti erano molto brave, le lezioni di teoria comprendevano una enorme quantità di argomenti da capire e imparare. Il taglio di capelli, le tinte, i disegni con l’hennè, la conoscenza delle unghie e della pelle, la scelta dei prodotti, la sanificazione. Ogni settore necessita di una approfondita conoscenza degli strumenti e dei materiali più adatti. Le cose da padroneggiare sembravano non finire mai.
L’esercitazione pratica è stata fondamentale per assimilare quanto studiato, acquisire familiarità e chiarire molti dubbi. Divise in gruppi siamo state affiancate da diversi saloni di bellezza. Lì, fra le tante cose, abbiamo imparato anche cosa vuol dire gestire un salone.
Per me la parte più difficile è stata quella della decolorazione e della tintura dei capelli, sono processi complessi e molto delicati, se sbagli rischi di fare grandissimi danni. Ma familiarizzando con il lavoro alla difficoltà è subentrato l’entusiasmo, non immaginavo quanta soddisfazione potesse dare, mi consentiva di esprimere continuamente la mia creatività.
Ho scoperto di essere molto brava nei disegni con l’hennè e nelle acconciature. Riuscivo ad inventare composizioni bellissime. Le donne rifiorivano sotto le mie mani, erano belle, luminose, tornavano a vivere. Avevamo di nuovo voglia di guardarci allo specchio. La tristezza e l’oppressione, che dal ritorno dei talebani erano diventate la nostra unica compagnia, smettevano di torturarci e ci restituivano noi stesse.
Mi sono impegnata con tutta me stessa in questa impresa, consapevole dello sforzo che i mei parenti facevano in quei mesi in cui non potevo contribuire al budget familiare. Ma ne è valsa la pena, tutti gli sforzi hanno iniziato presto a ripagare. Ho iniziato a lavorare in casa e dopo poco tempo avevo un buon numero di clienti. Non dovendo sostenere le spese di un salone riuscivo a mantenere prezzi bassi.
Stavo iniziando a formare altre donne per aiutarmi quando è arrivata la notizia del divieto. Mi sembrava che una lama mi avesse trafitto l’anima. Non riuscivo quasi a respirare dall’angoscia e dalla rabbia. Non capisco cosa abbiamo fatto per meritare questo accanimento. Per perseguitare noi distruggono le nostre famiglie e i nostri figli, in nome di quale futuro? Perdiamo tutti. Spero di avere la forza di ricominciare un’altra volta, ma spesso mi domando dove trovare le risorse.