03Dic

Fagan, l'evento a Doha in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

L’Ambasciata d’Italia Kabul ha dedicato questo 25 novembre al progetto Faghan, trasformando la giornata in un momento di testimonianza e memoria.
“Dedicare questo 25 novembre a Faghan. Figlie dell’Afghanistan è stato il nostro omaggio alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, racconta l’Ambasciatrice Sabrina Ugolini che ha ospitato l’evento.
Faghan è un progetto realizzato da NOVE Caring Humans e Zona e utilizza la fotografia e il linguaggio audiovisivo come strumenti complementari per rendere visibili condizioni di cui nessuno parla, e indagare il valore dei diritti e l’impatto della loro negazione attraverso le testimonianze dirette di 19 rifugiate afghane.
«I diritti umani non sono principi astratti, ma esperienze vissute: storie che plasmano identità, futuro e comunità. Questo documentario, presentato in anteprima nel 2024 al MedFilm Festival, ha attraversato l’Italia, lo abbiamo portato nelle scuole, insieme alle stesse donne afghane. Il nostro obiettivo era aiutare le nuove generazioni a comprendere il vero significato dei diritti umani: non capitoli su un libro di testo, ma storie vive, raccontate in prima persona”, ha spiegato Livia Maurizi, Direttrice di NOVE.
Il documentario ha proseguito il suo percorso in proiezioni pubbliche, festival, incontri internazionali e contesti diplomatici, e, insieme alla mostra fotografica, sono diventati strumenti di memoria e informazione, un archivio culturale nato per dare continuità alla testimonianza in un Paese che sta vivendo un cambiamento radicale.
“La fotografia e il linguaggio audiovisivo superano le barriere linguistiche, rendendo comprensibili fenomeni complessi, offrono un mezzo privilegiato per dare visibilità a realtà marginalizzate o silenziate. Mostrarsi, raccontarsi, testimoniare significa appropriarsi della propria narrazione, affermare la propria presenza nello spazio pubblico e rivendicare il diritto di essere ascoltati.”
La forza del progetto sta nel mostrare senza spettacolarizzare, nel preservare senza vittimizzare e nel creare uno spazio narrativo in cui la dignità non è un concetto restituito, ma un diritto affermato da chi parla in prima persona.
La proiezione ha dato vita ad un sentito dibattito sui diritti umani, in particolare sui diritti delle donne, seguito da un confronto sull’esperienza di NOVE e sulla testimonianza personale di Mahdia Sharifi, giovane atleta afghana costretta a lasciare il proprio Paese e oggi impegnata in attività di advocacy in Italia.
Tutti gli ospiti hanno manifestato un forte interesse per le attività di NOVE e per la capacità dell’organizzazione di promuovere l’imprenditoria femminile, anche in un contesto difficile come quello afghano di oggi.
“Per noi, la pace non è una parola astratta. Si costruisce ogni giorno attraverso reddito, istruzione, salute mentale e reti di solidarietà. Attraverso le donne che ricostruiscono la propria vita, le proprie famiglie e le proprie comunità, partendo da zero, dalle fondamenta, dal basso”, ha aggiunto Arianna Briganti, co-fondatrice e Vice Presidente di NOVE.
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