Senza istruzione non c’è futuro. La storia di Aida

“Quando mi sono sposata avevo dodici anni. Dopo la morte di mio padre, mia madre si è risposata e il suocero l’ha costretta a darmi in moglie un uomo di settantaquattro anni. Ero piccola e non mi ricordo molto di quel periodo. Volevo andare a scuola, mio marito era d’accordo, ma vivevamo in campagna e la scuola era lontana, così sono rimasta analfabeta”.

Durante i combattimenti Aida è stata ferita a una mano. La lesione non era molto grave ma non avevano soldi per comprare le medicine ed è subentrata una infezione. Quando è riuscita a raggiungere un ospedale era troppo tardi, la mano è stata amputata.

Aida oggi ha 27 anni, è vedova, ha quattro figli sotto i 12 anni e una bambina di 8. Li ha cresciuti con amore cercando di dargli tutto il possibile. La situazione nella sua zona non era migliorata molto negli anni e non voleva che subissero come lei menomazioni fisiche o culturali. “Nella nostra provincia correvano dei pericoli e non potevano andare a scuola, sarebbero rimasti analfabeti come me”.  Per Aida e il marito l’istruzione dei figli era molto importante perciò hanno deciso di trasferirsi a Kabul, anche se questo significava affrontare pesanti sacrifici e vivere tutti in una piccola stanza in affitto.

“Mio marito è morto qualche anno fa, prima che tornassero i talebani. Siamo riusciti ad andare avanti grazie all’aiuto del governo e soprattutto di parenti e amici, che ci regalavano cibo e vestiti”. 

Con il nuovo regime talebano la popolazione afghana è sprofondata ancora di più nella povertà. Nessuno ce la fa più ad aiutare Aida che, invalida e analfabeta, non ha speranza di trovare lavoro. Da giugno 2022 il nostro progetto Dignity le dà il necessario per vivere e mandare i bambini a scuola.

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