18Apr

Prosegue con successo il progetto “Safe Space”, lanciato nel 2022 e giunto alla terza annualità. Con la condivisione di spazi online sicuri, NOVE Caring Humans promuove il benessere mentale delle rifugiate afghane. Uno strumento efficace che contribuisce al loro inserimento sociale nelle nuove comunità dei paesi ospitanti.

Il potenziamento delle competenze dello staff di NOVE

Attraverso la partnership con AMNA, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a un programma di capacity building mirato alla promozione del benessere mentale dei rifugiati”, riferisce Livia Maurizi, Responsabile dei Programmi di NOVE.

“Grazie al potenziamento delle competenze del nostro staff e alla rete che si è creata con altre organizzazioni operanti nel settore dei rifugiati, siamo riusciti con successo a implementare il progetto “Safe Space”, offrendo una risposta pratica e mirata alle esigenze della comunità di rifugiati afghani”, prosegue la Responsabile.

Gli effetti positivi sui partecipanti

Il lavoro svolto ha un impatto davvero positivo sul benessere generale e individuale delle partecipanti. Sono più consapevoli degli strumenti di autocura e guarigione che riescono ad applicare nella propria vita”, testimonia Shugofa Hassani, coordinatrice di “Safe Space”.

La prima sessione 2024 si è svolta tra gennaio e marzo e la seconda, tutt’ora in corso, è cominciata a metà aprile, con la partecipazione di alcune delle ragazze già coinvolte e con nuove adesioni arrivate da diversi paesi in cui le rifugiate afghane risiedono.

Per Rena, “Safe Space” rappresenta “l’unico spazio di fiducia in cui posso condividere tutti i miei problemi e le mie esperienze di vita senza alcuna restrizione”.

Per la giovanissima Zahra, il gruppo è ormai una vera e propria famiglia: “Sono il membro più giovane e imparo molto dall’esperienza degli altri”, racconta la studentessa afghana.

Un effetto altrettanto benefico e costruttivo per Habida, che in questo spazio online trova “un ambiente di apprendimento in cui possiamo condividere i nostri problemi reali e ascoltare l’esperienza che gli altri affrontano”. In effetti, oltre all’ascolto c’è la possibilità di esprimersi, di parlare liberamente nella propria lingua, che, dice ancora Habida, “mi fa rilassare molto, anche perché mi sembra di essere in Afghanistan”.

Il bilancio delle precedenti sessioni

Alla prima sessione del 2024 hanno partecipato ragazze e donne, tutte tra 18 e 26 anni, e una over 30. Si è trattato di un appuntamento online a settimana, della durata di un’ora e mezza, per otto settimane consecutive. Uno spazio sicuro, un ambiente di supporto, in cui tutti le partecipanti si sentono a proprio agio nell’esprimersi e condividere esperienze, senza temere discriminazioni, giudizi o rappresaglie. A rendere lo scambio ancor più fluido è la possibilità di esprimersi nella propria lingua – il Dari – invece che in inglese, quindi senza alcuna intermediazione linguistica o culturale.

Sia nel 2022 che nel 2023 si erano svolte altre sessioni, principalmente online, ma anche in presenza. Per poter consentire a tutti di partecipare, dei dispositivi digitali sono stati concessi ai beneficiari e NOVE Caring Humans si è fatto carico dei costi di connettività per coloro che avevano delle difficoltà, anche se la maggior parte dei beneficiari dispone di una connessione wifi.

Il valore aggiunto del nuovo approccio

Questa volta i gruppi vengono condotti tenendo conto delle sfide che le partecipanti stanno affrontando. Si tratta di un approccio basato concretamente sul vissuto, sui problemi a cui fanno fronte. In questo modo, ad ogni sessione, sono le stesse partecipanti a stabilire gli argomenti di cui hanno bisogno di parlare, condividono le situazioni reali, in particolare quelle che le fanno sentire stressate o insicure”, sottolinea Shugofa, entrando nel merito della metodologia attuata con successo.

Questo nuovo approccio è decisamente costruttivo e molto utile ai partecipanti, ai quali lascia una grande libertà nella scelta degli argomenti da affrontare. E’ così che si crea in modo spontaneo uno spazio di fiducia e condivisione, cruciale per il recupero del proprio sistema cognitivo ed emozionale e per un sostegno emotivo reciproco. Un supporto fondamentale per far fronte alle sfide quotidiane nei nuovi contesti di vita delle rifugiate, lontanissime dal paese di origine, dalle famiglie e dalle proprie radici.

Categories: Storie