Giornata Mondiale dell'Informazione sullo Sviluppo. L'Epoca dei Dati e della Responsabilità.
Di Arianna Briganti
Nell’era dei Dati e della Responsabilità, l’informazione non deve solo essere raccolta: deve essere condivisa, messa in discussione e co-posseduta. Per le donne, la vera trasformazione risiede nella responsabilità: nel modo in cui la tecnologia è progettata, governata e insegnata.
Nel celebrare la Giornata Mondiale dell’Informazione sullo Sviluppo, incentrata sul tema L’Era dei Dati e della Responsabilità, è il momento di dare una risposta onesta a una domanda urgente: chi detiene il potere dell’informazione e chi è chiamato a rispondere del suo utilizzo?
In NOVE, i nostri programmi partono dai percorsi di apprendimento e dai mezzi di sussistenza delle donne, che sono fondamentali per garantire l’accesso alle comunità emarginate e discriminate in Afghanistan, in particolare donne e giovani.
Iniziative globali di apprendimento, come quelle organizzate da Women Love AI, amplificano questo lavoro collegando i percorsi di apprendimento a un ecosistema più ampio — politiche, industria e ricerca — così che l’apprendimento non si concluda con un certificato, ma cambi le regole del gioco.
La mia esperienza pratica mi ha insegnato che:
- iI dati sono potere, non un sottoprodotto. Le iniziative educative devono insegnare l’alfabetizzazione all’IA e ai dati, e pretendere trasparenza, specialmente dove gli algoritmi influenzano la cura, la sicurezza e i mezzi di sussistenza;
 - inclusione ≠ eccezionalismo. Le donne non sono anomalie nella tecnologia; sono le sue architette mancanti. Le politiche e i finanziamenti dovrebbero considerarle utenti, costruttrici e decisori predefiniti;
 - dai progetti pilota ai sistemi. Bootcamp e borse di studio sono vitali, ma il cambiamento duraturo nasce quando governi, settore privato e società civile si impegnano per il calcolo locale, le risorse educative aperte e metriche sensibili al genere, con responsabilità quando le promesse non vengono mantenute;
 - la cura è un requisito di ingegneria. Sicurezza, salute mentale e povertà di tempo non sono questioni marginali, ma vincoli di progettazione. Se uno strumento le ignora, è mal progettato.
 
In questo momento storico, lo sviluppo non riguarda la raccolta dei dati, ma la responsabilità verso di essi.
E questo comincia con le donne che plasmano i sistemi che plasmano le loro vite.

Arianna Briganti è co-fondatrice e
vice presidente di NOVE Caring Humans.