Aqela, ventinove anni, ci aspetta in strada. Cappotto nero, gonna lunga nera, sciarpa nera che lascia scoperti solo meravigliosi occhi blu. La seguiamo a piedi in una stradina troppo stretta e ripida per le auto. Oltrepassato un cancello e due piccoli cortili, ci infiliamo in una stanza. È cupa, in terra la moquette rossa consumata. Un soppalco permette a malapena di stare in piedi, l’unica finestrella è nascosta dalle tende. Una luce al neon rende più tristi i volti e il suo racconto (…)
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