29Apr

Una delle peculiarità di Futuro Presente è quella di integrare ciò che i soggetti locali delle cinque regioni coinvolte nel progetto stanno realizzando per il target a cui si rivolgono. Lo facciamo attraverso interventi pensati e progettati ad hoc in risposta alle necessità di ogni beneficiaria/o”, spiega Rosanna Pricoco, coordinatrice di Futuro Presente.

La collaborazione tra Nove e la Casa della Mamma

Uno dei soggetti con cui Nove sta collaborando è la Casa della Mamma: una struttura residenziale fondata a Roma nel lontano 1969. Ospita giovani mamme sole con i loro bambini e gestanti, che provengono da contesti degradati, spesso poveri dal punto vista sia materiale che culturale. Attraverso Futuro Presente sono state strutturate risposte personalizzate, ad integrazione del lavoro che la Casa della Mamma svolge da decenni, sia per alcune giovani mamme che sono ancora ospiti che per coloro che vivono già in autonomia con i propri figli. Queste ultime hanno spesso bisogno di supporto, anche dal punto di vista economico. In rete col nostro partner, abbiamo fornito risposte di tre tipologie:

– l’accompagnamento alla formazione e al lavoro attraverso l’erogazione di doti per la frequenza di percorsi formativi finalizzati all’inserimento lavorativo delle donne;

– l’erogazione di contributi finalizzati ad aiutare mamme che non sono più ospiti della struttura, che hanno figli minori che stanno seguendo percorsi di cura e supporto psicologico;

– l’erogazione di contributi economici per supportare mamme, che, uscite dalla struttura, talvolta hanno problemi a far fronte ad alcune spese quali, ad esempio, il pagamento delle utenze.

Al centro la relazione madre-bambino

Mettiamo al centro la relazione madre-bambino, accolti in un ambiente ultra protetto. Alla mamma vengono messi a disposizione tutti gli strumenti possibili per scegliere cosa vuole fare e per sviluppare le proprie capacità a formarsi, ma non solo”, testimonia Lucia Di Mauro, energica e appassionata direttrice della Casa della Mamma. Negli anni 90’ la struttura accoglieva principalmente donne albanesi, kosovare e rumene. Oggi, invece, la maggior parte delle ospiti sono italiane, spesso nate e cresciute nelle periferie romane, in contesti famigliari non adeguati. Vengono allontanate dietro segnalazione dei servizi sociali, per il loro bene e per quello dei figli già nati o in arrivo.

Su invio del Tribunale dei Minori e in accordo con i servizi sociali, si costruisce con loro un percorso di crescita ed autonomia che possa dar forma al loro desiderio di donne, madri e cittadine.

Priorità alla cura della mamma

Quando arrivano da noi, queste ragazze giovanissime, tra 14 e 23 anni, sono totalmente disorientate e chiuse in una corazza per proteggersi. Le accogliamo senza alcun giudizio e in quel momento siamo noi ad avere in mano il loro destino. La cura della mamma è la nostra priorità poichè è lei la protagonista, dalla quale dipende la cura del proprio bambino”, continua Lucia Di Mauro. “Pian piano si fermano, cominciano a capire cosa vogliono fare. In un processo di graduale consapevolezza imparano a conoscere i propri desideri. Con ognuna di loro intraprendiamo un lavoro educativo quotidiano che in media dura almeno 2 anni”, riferisce ancora la responsabile.

A quell’età, spesso senza mai essere state bambine prima, per loro è davvero molto complicato mediare tra maternità, adolescenza, studio, compiti e faccende domestiche organizzate sulla base di turnazioni. Ognuna di loro segue un percorso di psicoterapia individuale, uno spazio di elaborazione personale e privato, fuori dalla Casa. E’ fondamentale per la costruzione del Sé, per estirpare rabbia, senso di colpa e di inadeguatezza spesso provati. Ma anche per prendere in mano il proprio destino e scegliere cosa vogliono davvero, in primis per loro e per il proprio figlio.

La Casa della Mamma è pensata anche a dimensione di bambini. E’ un’isola felice in cui nascono, crescono, vengono accuditi dalle operatrici, stimolati con giochi e varie attività, mentre la mamma studia o è impegnata in altre attività. “Anche le giovani mamme giocano molto con i figli, spesso con le bambole. Tornano ad essere bambine e noi le lasciamo giocare, ne hanno davvero bisogno. E’ bello vedere la meraviglia negli occhi di molte di loro, che di fatto non sono mai state bambine nella famiglia di origine”, prosegue Lucia Di Mauro.

La gestione della casa è condivisa, passi verso l’autonomia

La cura riguarda anche la gestione quotidiana della casa, affidata alle ragazze che svolgono le faccende domestiche, appassionandosi alla cucina, luogo per eccellenza di condivisione. Un quotidiano fatto anche di pranzi e cene preparate con cura, così come l’apparecchiatura della tavola, ancor più nei giorni di festa. La loro gioia è immensa quando vengono festeggiate dai propri figli, come ad esempio in occasione della Festa della Mamma.

La Casa della Mamma rappresenta prima un punto di approdo, poi col tempo  diventa un punto di transito verso l’autonomia abitativa ed economica. In effetti, nello stesso edificio sono operativi un bed and breakfast e una sartoria, dove alcune delle ospiti lavorano ogni giorno per assicurarsi un futuro migliore, per sé e per il proprio figlio. “Anche anni dopo la loro uscita dalla Casa, noi ci siamo sempre per loro, rimaniamo un punto di riferimento per ogni evenienza e loro lo sanno”, conclude Lucia Di Mauro, particolarmente emozionata. A giorni una bimba che ha visto nascere oltre 20 anni fa alla Casa della Mamma e che ha battezzato si laureerà. Una delle tante storie a lieto fine.

Categories: Storie

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